Ci sono persone che non accederanno mai in terapia, non riterranno di averne bisogno. Perché?
Semplicemente perché funzionano.
Per lunghi periodi si sentono insoddisfatte della loro vita, stressate per mille impegni del momento, tristi nonostante abbiano belle famiglie ed un lavoro che piace loro molto.
Vivono quella dolorosa sensazione che la vita sia qualcosa che appartiene ad altri, loro invece si devono occupare dei numerosi doveri quotidiani, carichi di responsabilità non delegabili ad altri.
Non è permesso loro di palesare il sordo dolore sottopelle perché in genere, viste dall’esterno queste persone hanno raggiunto obiettivi importanti.
Però hanno perso il gusto della vita, hanno smesso di vederne la bellezza. Questo è il meccanismo lento, ma inesorabile dello stress.
Giorno dopo giorno siamo bombardati da stimoli esterni ai quali siamo tenuti a reagire, più rapidamente possibile.
Malesseri, tensioni corporee, pensieri poco piacevoli si affacciano per portare il messaggio di una sofferenza crescente, ma vengono scacciate via in nome di una efficienza che parrebbe necessaria.
Giorno dopo giorno questo ci aliena dalla nostra stessa vita.
La meditazione di consapevolezza, la Mindfulness, aiuta a creare uno spazio; lo spazio tra lo stimolo e la risposta.
Il tempo di un respiro che ci riconnette a noi stessi, rendendoci liberi di scegliere, liberi di non credere agli automatismi.
In questo spazio è possibile la nostra crescita come persone e la libertà di riappropriarci della nostra vita.
Serve esercizio.
La mente di tutti lavora in modo rapido, creando costellazioni proprie di ricordi, pensieri, sensazioni ed emozioni.
La Mindfulness non può modificare la nostra mente, ma può renderci consapevoli di come essa si muova, di come reagisce.
Attraverso la meditazione di consapevolezza può in questo modo restituirci la gioia che appartiene al nostro vivere.
